Come in ogni relazione significativa, anche nella relazione di coppia può accadere di fraintendersi, deludere, perfino di ferire. Quando succede, la gamma di emozioni di risposta può essere quanto mai ampia, e ovviamente connessa alla storia personale e alle caratteristiche dei due partner. Un’emozione fra le più frequenti è la rabbia, che non di rado si trasforma nel suo correlato più corrosivo, ossia il rancore. Due parole sulla rabbia sono quanto mai necessarie: purtroppo è un’emozione che non gode di molta popolarità, fraintesa anch’essa e narrata come perlopiù inutile se non pericolosa; spesso le persone imparano a considerarla un’interferenza da temere e da rimuovere, dimenticandosi del fatto che è un’emozione fondativa e primaria e che come tale è innanzitutto un segnale da ascoltare e poi da governare in modo costruttivo. Ecco quindi che in tanti non sanno come maneggiarla e, per non sbagliare, provano ad ignorarla o almeno a non manifestarla: quello che può allora accadere è che la rabbia, non adeguatamente contattata, ascoltata, governata e utilizzata, “ristagna” e diventa rancore, che degrada i rapporti interpersonali esattamente come la ruggine fa con il ferro. Esiste una via d’uscita? In realtà ce ne sono molte, ma la principale resta quella di ascoltare cosa ha da dirci la rabbia, di cui Madre Natura ci ha dotato; e quasi sempre, sotto la rabbia, giacciono bisogni inespressi o inascoltati. Conviene sempre partire di lì, per riparare gli strappi.